L.A.B. (Laboratorio Artistico Bura) nasce da un’idea dell’attore danzatore e regista Fabio Bacaloni.

Il percorso formativo è rivolto a ragazzi e adulti ed è finalizzato all’acquisizione di una consapevolezza delle proprie capacità espressive e creative. Tra le attività proposte analisi del movimento corporeo, tecnica vocale, drammaturgia, seminari intensivi condotti da artisti esterni. Nella seconda parte dell’anno al gruppo viene proposto un testo all’interno del quale condurre una ricerca per la costruzione di una interpretazione performativa. Tra gli spettacoli realizzati a partire dal 2014 Crociate di Michel Azama, 2015 Nel tuo cuore come nel mio studio su testi di William Shakespeare, 2016 Medea di Euripide. In luglio il debutto del percorso 2016/2017 è previsto una studio su Samuel Becket. Il gruppo prende il nome dalla località Bura di Tolentino dove ha sede e ha partecipato a diversi festival di teatro di strada.

SPETTACOLO: Medea di Euripide

Il testo tratta tematiche forti ed attuali: una donna rivendica la sua dignità lottando contro il potere costituito e spingendosi fino a scardinare il senso stesso dell’esser donna. La sua voce in scena si triplica a sottolineare l’aspetto metamorfico e complesso del personaggio e crea una trama intensa e nell’unisono alienante. Lo spettacolo è corale, con tre interpreti per Medea e, nel finale, tre interpreti per Giasone. Assente il Coro, nella tradizione classica portavoce della comunità, qui viene rivestito di volta in volta dai vari personaggi per sottolineare come in realtà tutti siano allo stesso tempo attori e spettatori nella vicenda. Il contatto con il pubblico è diretto ed immediato: esso diviene interlocutore primario, costantemente chiamato in causa a conoscere e giudicare gli atti umani che si consumano in scena. L’uso di strumenti dal vivo, amplificati dall’eco del palazzo, creano un’atmosfera tesa che sottolinea sin dall’inizio la tragedia annunciata. Lo spazio viene utilizzato in modo geometrico e si alternano azioni coreografiche a scene statuarie che riprendono forme classiche e maschere della tragedia greca. Il testo non conduce ad una catarsi completa. Resta la disperazione di un padre e  un dubbio atroce: se non vi è punizione per un atto abominevole è dunque giusto perseguirlo solo perché ci appare inevitabile?

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